26 gennaio 2011

Da che pulpito


Il vescovo di Roma denuncia "un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza"

La risposta giusta a questa ennesima cazzata invasione di campo "esternazione" sarebbe quella di Francesco Nucara (PRI):

"Con il dovuto rispetto per le alte cariche dello Stato della Chiesa, che si dichiarano preoccupate per le leggi e per la morale italiane, riteniamo che farebbero bene ad occuparsi in primis dei casi di pedofilia all’interno delle loro comunità. Casi confessati e quindi più diseducativi delle ipotesi di reato contestate all’Italia".

E continua ricordando che

"...la giustizia italiana ha tre gradi di giudizio ed e' presto per parlare di leggi violate da parte del presidente del Consiglio. Per il momento si ha solo la certezza di violazioni da parte del Vaticano sul pagamento dell'Ici, oltre ai conti mai saldati all'Acea.''

Sarebbe...

E' un peccato, fa notare infatti Malvino, che queste parole vengano da un esponente di una maggioranza la cui posizione supina nei confronti del vaticano è fuor di dubbio. Così come è un peccato che questa sia stata l'unica voce - tra maggioranza e opposizione.


Peggio, molto peggio, oggi sentiamo una sinistra che dovrebbe difendere i valori della laicità pontificare e moraleggiare a destra e a manca, molto più simile ai telepredicatori d'oltreoceano e ai deliri dei fondamentalisti sanfedisti di casa nostra piuttosto che a un socialismo eutoniano, "maturo" e cresciuto, che non ha più bisogno di mummie nei mausolei e predicatori in sottana (chi come me ha sentito Enrico Letta al Tg2 ieri sera sa di cosa parlo).
Desolante, rivoltante, di aggettivi e sostantivi ce ne sono a josa, ma quello che mi viene in mente, quando sento quelli che agitano la Costituzione a mo' di clava, salvo poi dimenticarsi che è una Costituzione laica, è lo stesso che mi viene in mente per il vescovo di Roma e i suoi adepti: ipocrisia.

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