21 luglio 2011

La dura legge del kharma


Alla faccia di "venire giudicati per i propri atti non per chi era nostro padre", qui si parla di reincarnazioni, nientepopodimeno!

"...una corte rabbinica di Gerusalemme ha stabilito che un randagio venga lapidato a morte. Motivo: c’è il sospetto che l’«immonda bestia» sia la reincarnazione d’un famoso avvocato, un laico impenitente, da più di vent’anni rimasto nella memoria della comunità di Mea Shearim - il quartiere degli ebrei ultraortodossi nella capitale – per avere all’epoca offeso i giudici del rabbinato locale."



A questo punto però si potrebbe argomentare che i membri della suddetta corte debbano essere mandati in orbita a calci in culo.
Perchè sono dei fanatici imbecilli?

Naturalmente no.

Perche c’è il sospetto che siano le reincarnazioni di colossali teste di cazzo.

E' la dura legge del kharma.


18 maggio 2011

16 maggio 2011

Un Buon Inizio


Ve la ricordate quella famosa barzelletta sugli avvocati?
"Cosa sono 10000 avvocati legati in fondo al mare? Un buon inizio."




15 maggio 2011

Come prima, più di prima


Che i rapporti tra il vaticano e AmneSy International non fossero splendidi s'era già capito.
In effetti non si vede perchè una ONG che difende(rebbe) i diritti umani dovrebbe andare d'accordo con chi con un abbracadabra trasforma le vittime in carnefici...

Oggi siamo all'ennesima puntata della querelle.
In concomitanza con gli ennnesimi scandali riguardanti abusi sessuali che coinvolgono preti cattolici, AmneSy pubblica questo rapporto, rapporto che parla di

"mancata rimozione dei presunti responsabili dai loro incarichi in attesa di indagini adeguate, la mancata cooperazione con le autorità giudiziarie per portarli dinanzi alla giustizia e il non aver garantito un’adeguata riparazione alle vittime."

e che, nonostante tutto

"...la pena massima per questi “delitti” è la dimissione o la deposizione. Il diritto canonico non include l’obbligo per le autorità ecclesiastiche di denunciare i casi alle autorità civili per le indagini penali. La segretezza è obbligatoria durante tutto il procedimento."

Insomma, nonostante le promesse e i "mea culpa", tutto come prima.

17 marzo 2011

Revisionismo storico


"Il processo di unificazione avvenuto in Italia nel corso del XIX secolo e passato alla storia con il nome di Risorgimento, costituì il naturale sbocco di uno sviluppo identitario nazionale iniziato molto tempo prima. In effetti, la nazione italiana, come comunità di persone unite dalla lingua, dalla cultura, dai sentimenti di una medesima appartenenza, seppure nella pluralità di comunità politiche articolate sulla penisola, comincia a formarsi nell’età medievale."


"La comunità politica unitaria nascente a conclusione del ciclo risorgimentale ha avuto, in definitiva, come collante che teneva unite le pur sussistenti diversità locali, proprio la preesistente identità nazionale, al cui modellamento il Cristianesimo e la Chiesa hanno dato un contributo fondamentale."

Per ragioni storiche, culturali e politiche complesse, il Risorgimento è passato come un moto contrario alla Chiesa, al Cattolicesimo, talora anche alla religione in generale. Senza negare il ruolo di tradizioni di pensiero diverse, alcune marcate da venature giurisdizionaliste o laiciste, non si può sottacere l’apporto di pensiero - e talora di azione - dei cattolici alla formazione dello Stato unitario."

“Nel guardare al lungo divenire della storia, bisogna riconoscere che la nazione italiana ha sempre avvertito l’onere ma al tempo stesso il singolare privilegio dato dalla situazione peculiare per la quale è in Italia, a Roma, la sede del successore di Pietro e quindi il centro della cattolicità."


Benedetto XVI, Messaggio al Presidente Napolitano per i 150 anni dell'Unità d'Italia, 17 marzo 2011



"E perché molti sono d’opinione, che il bene essere delle città d’Italia nasca dalla Chiesa romana, voglio, contro a essa, discorrere quelle ragioni che mi occorrono: e ne allegherò due potentissime ragioni le quali, secondo me, non hanno repugnanzia. La prima è, che, per gli esempli rei di quella corte, questa provincia ha perduto ogni divozione e ogni religione: il che si tira dietro infiniti inconvenienti e infiniti disordini; perché, così come dove è religione si presuppone ogni bene, così, dove quella manca, si presuppone il contrario. Abbiamo, adunque, con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo, di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra. Questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa provincia divisa. E veramente, alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia ed alla Spagna. E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una republica o uno principe che la governi, è solamente la Chiesa: perché, avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sì potente né di tanta virtù che l’abbia potuto occupare la tirannide d’Italia e farsene principe; e non è stata, dall’altra parte, sì debole, che, per paura di non perdere il dominio delle sue cose temporali, la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo potente: come si è veduto anticamente per assai esperienze, quando, mediante Carlo Magno, la ne cacciò i Longobardi, ch’erano già quasi re di tutta Italia; e quando ne’ tempi nostri ella tolse la potenza a’ Viniziani con l’aiuto di Francia; di poi ne cacciò i Franciosi con l’aiuto de’ Svizzeri. Non essendo, adunque, stata la Chiesa potente da potere occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire sotto uno capo; ma è stata sotto più principi e signori, da’ quali è nata tanta disunione e tanta debolezza, che la si è condotta a essere stata preda, non solamente de’ barbari potenti, ma di qualunque l’assalta. Di che noi altri Italiani abbiamo obbligo con la Chiesa, e non con altri. E chi ne volesse per esperienza certa vedere più pronta la verità, bisognerebbe che fusse di tanta potenza che mandasse ad abitare la corte romana, con l’autorità che l’ha in Italia, in le terre de’ Svizzeri; i quali oggi sono, solo, popoli che vivono, e quanto alla religione e quanto agli ordini militari, secondo gli antichi: e vedrebbe che in poco tempo farebbero più disordine in quella provincia i rei costumi di quella corte, che qualunque altro accidente che in qualunque tempo vi potesse surgere."

Niccolò Machiavelli, "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio", Libro primo, Capitolo 12


Hat tip: Malvino

1 marzo 2011

E non ci indurre in tentazione


Bella. Veramente bella l'ultima carrellata di cazzate che il sottanato di turno tenta di propinarci.
Intendiamoci, non è che ci siano delle grosse novità, il fatto che lo stupro sia anche responsabilità della vittima che "cammina in modo sensuale o provocatorio" è la classica giustificazione della bestia di turno che si trova alla sbarra. Non sorprende nemmeno che a sostenere la bestialità sia un rappresentante della chiesa cattolica, che tanto ha in simpatia la donna che "induce in tentazione". Ovviamente non una sillaba su quella capacità di autocontrollo e coscienza che distingue l'umano civilizzato dagli animali della giungla.
Infatti non si capisce dove siano l'autocontrollo e la coscienza, soprattutto quest'ultima, di quei membri del clero che hanno abusato di bambini, e di quegli altri che hanno eretto una muraglia di fumo contro chi indagava.
Ma forse quei bambini camminavano "in modo procace", suscitando "reazioni eccessive o violente". Che diavoletti...

L'altra, che fa mucchio (di merda) con quell'altra, sarebbe che - testuali parole - "l'aborto crea più vittime dei pochi preti pedofili".
Sorvoliamo sul fatto che è pura follia superstiziosa credere che un feto possa provare l'intera gamma di emozioni e sentimenti negativi di un bambino (vero) vittima di un abuso. Basta una conoscenza della biologia da terza media per capirlo. Ma evidentemente a molti cattolici la terza media difetta, a meno che non si voglia parlare di ciò che viene definito dalla correttezza politica come "analfabetismo di ritorno"...
Cosa starebbe a significare quest'ultima affermazione? Che siccome ci sono più "vittime" di aborto, i crimini dei preti pedofili sono cosa veniale? Si vuole affermare una sorta di equivalenza morale, di giustificazionismo, visto che il negazionismo fa acqua da tutte le parti?

Che cosa si tenta di fare, di nascondere, di cancellare la gravità di certi atti nascondendola dietro ad una cortina fumogena (ammesso e non concesso che di fumo si tratti)?

Insomma, un altro scivolone bello e buono. Bravi cattolici! Continuate così! Fatece ride...

27 febbraio 2011

Okay, adesso stiamo esagerando



Gli hanno pulito la bocca con del sapone per aver bestemmiato.

Una volta l'avrebbero mandato alla gogna, quantomeno, o direttamente al rogo.
Capisco che si potrebbe scorgere un miglioramento, nel lungo periodo, ma nel breve sembra proprio che si stia tornando indietro...
Direi che stiamo veramente esagerando.

26 gennaio 2011

Da che pulpito


Il vescovo di Roma denuncia "un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza"

La risposta giusta a questa ennesima cazzata invasione di campo "esternazione" sarebbe quella di Francesco Nucara (PRI):

"Con il dovuto rispetto per le alte cariche dello Stato della Chiesa, che si dichiarano preoccupate per le leggi e per la morale italiane, riteniamo che farebbero bene ad occuparsi in primis dei casi di pedofilia all’interno delle loro comunità. Casi confessati e quindi più diseducativi delle ipotesi di reato contestate all’Italia".

E continua ricordando che

"...la giustizia italiana ha tre gradi di giudizio ed e' presto per parlare di leggi violate da parte del presidente del Consiglio. Per il momento si ha solo la certezza di violazioni da parte del Vaticano sul pagamento dell'Ici, oltre ai conti mai saldati all'Acea.''

Sarebbe...

E' un peccato, fa notare infatti Malvino, che queste parole vengano da un esponente di una maggioranza la cui posizione supina nei confronti del vaticano è fuor di dubbio. Così come è un peccato che questa sia stata l'unica voce - tra maggioranza e opposizione.


Peggio, molto peggio, oggi sentiamo una sinistra che dovrebbe difendere i valori della laicità pontificare e moraleggiare a destra e a manca, molto più simile ai telepredicatori d'oltreoceano e ai deliri dei fondamentalisti sanfedisti di casa nostra piuttosto che a un socialismo eutoniano, "maturo" e cresciuto, che non ha più bisogno di mummie nei mausolei e predicatori in sottana (chi come me ha sentito Enrico Letta al Tg2 ieri sera sa di cosa parlo).
Desolante, rivoltante, di aggettivi e sostantivi ce ne sono a josa, ma quello che mi viene in mente, quando sento quelli che agitano la Costituzione a mo' di clava, salvo poi dimenticarsi che è una Costituzione laica, è lo stesso che mi viene in mente per il vescovo di Roma e i suoi adepti: ipocrisia.

11 gennaio 2011

Formigoni vs. la legge


Zero a uno. E' questo il responso del TAR sulle linee guida della regione Lombardia sull'applicazione della 194. Non si può disciplinare una legge in modo differente sul territorio nazionale. Partita finita? No, palla al centro e si ricomincia, o meglio si continua.
Si continua perchè l'aggrssione di CL alla 194 in Lombardia (per tramite di Formigoni) non è cosa iniziata ieri. E non finisce con questa sentenza che Formigoni stesso e CL stessa rifiutano.
Dalle nomine "strategiche" dei primari delle strutture sotto il controllo della regione, all'offensiva continua e spietata dei "movimenti per la vita" contro i diritti, contro la legge e la comune buona educazione (lungi quindi dalla funzione "di consiglio" prevista dalla legge, qua si passa agli insulti direttamente e senza passare dal "via!").
Purtroppo questo è il risultato dell'infiltrazione a tutti i livelli (e, non ci si illuda, in tutte le fazioni) della politica italiana degli hezbollah cattolici (link ora irraggiungibile, leggere qui). Hezbollah che, forti di una promessa elettorale sempre sbandierata ma mai realizzata, tentano di infilare dalla finestra un divieto di matrice religiosa che il popolo italiano aveva - per via referendaria - fatto volare fuori dalla porta.
E' la solità storia della solita minoranza fermamente convita di avere in tasca la Verità su cosa sia male o bene per gli altri. Purtroppo la storia è piena di esempi su come queste "Verità" presunte si siano trasformate presto in tragedie effettive.
CL e le squdracce fondamentaliste tentano di mettere un piede nella porta della legge, stavolta hanno fallito, domani...
Si sa, domani è un altro giorno.